lunedì 22 dicembre 2014

Pensavo di salvarti #8



Ethan
Mi sento finalmente a mio agio con il calore del suo corpo vicino al mio. Ha la magia in quegli occhi questa ragazza, ogni volta che la vedo il cuore finalmente è in pace.
Non in subbuglio, non con le ali o frenetico. Il mio cuore, quando c’è lei, è in pace. Così tanto che nemmeno riesco a crederci e spezzo la magia parlando e dicendo le cose sbagliate.
Sono solo un ragazzo.
Vorrei tanto aver imparato a non nascondermi dietro a questa stupida e patetica scusa, ma finisce sempre così. Sono solo un ragazzo, sono un ragazzo, posso sbagliare e fingere di non avere conseguenze e responsabilità.
Dovrei chiederle scusa. Dovrei chiederle scusa di tante cose, ma resto in silenzio. La abbraccio e mi perdo nella mia serenità.
Sospiro e distolgo lo sguardo da lei, rischio di scottarmi se continuo. Non si gioca con il fuoco. Non si gioca con l’amore.
Una ragazza mora passa lì davanti con delle amiche. Ride, ride così forte e così vera che non riesco più a levarle gli occhi di dosso.
Mi ritrovo ad essere geloso di quella felicità, mi ritrovo geloso di non poterne fare parte.
Come un automa mi alzo e le vado incontro. Le sue amiche si zittiscono all’istante quando vedono che sto per raggiungerle.
Sento Juliet dietro di me, ferma immobile e impassibile. So che è diventata una maschera di ghiaccio. So che sto per farle male nuovamente ma qualcosa dentro di me è appena scoppiato.
Non ho idea di cosa sia. Sento il cuore accelerare il ritmo e le mani sudare. Sento una voglia che non credevo di poter possedere. Sento uno strano brivido alla spina dorsale.
Mi fermo davanti a lei senza presentarmi alle amiche e senza salutare. Tutto il locale sembra fermo. Non sento un rumore, non vedo colori. Vedo lei, lei che è diventata i miei colori, lei che è il sole che sorge la mattina.
Mi passo una mano fra i capelli e le porgo una mano.
- Ethan.
Lei non pare restare minimamente sbigottita, sorpresa o perlomeno incuriosita.
Non mi succede praticamente mai. E’ una cosa completamente nuova per me. Di solito le ragazze ridono e mi guardano quando passo loro affianco e questa invece mi squadra dall’alto al basso, senza restare colpita.
- Liz. Ma per te Elisabeth.
- Se non volevi che ti chiamassi Liz perché mi hai detto il tuo soprannome, Liz?
- I tipi come te non mi interessano.
- E sentiamo che tipo sarei io?
Freno un sorriso a malapena. Vorrei ridere. Ridere fino a piegarmi in due. A tutte interessano i tipi come me. Tutte sono pronte a vendersi l’anima per un bel faccino e lo farai anche tu Liz. Ma chi lo sa, forse per una volta me la venderò pure io l’anima.
- Uno che si fa le troiette e io non lo sono. Spiacente, siamo incompatibili.
- Spiacente eh.. beh Liz è stato un piacere conoscerti e sono sicuro che ci rivedremo ancora.
Mi piego per darle un bacio sulla guancia e mi arriva uno schiaffo.
Mi volto verso Juliet per vedere se sta ridendo e se si è rivista in Liz, visto che ogni volta che provo a toccarla mi arrivano sberle, ma lei è concentrata a guardare un ragazzo che sta bevendo al bar con Eddie. O magari sta guardando Eddie.
Una rabbia mi invade, quasi avessi tutto il corpo percorso da scosse elettriche.
- Te ne vai?!
Liz irritata mima le parole con la mano invitandomi ad andarmene.
Mi passo la mano sul labbro per controllare che sia tutto a posto e dopo un “ciao” appena mormorato mi incammino verso Juliet.
Dovrebbe guardare me, non altri ragazzi.
Dio, Juliet, non so più come fare con te.
Ti vorrei, vorrei urlare al mondo intero che tu sei mia e allo stesso tempo vorrei fuggire lontano.

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