mercoledì 25 marzo 2015

News saga Lux

tumblr_mu0uckDT861r3qt6oo1_400 Jennifer come al solito ci fa fare i salti di gioia, si perchè la Armintrout ha deciso di scrivere un libro interamente narrato da Daemon Black!
Si intitolerà OBLIVION e uscirà a Dicembre 2015 negli Stati Uniti, direi quindi che per l'estate lo avremo sicuramente anche in Italia (si spera almeno!) pubblicato da Giunti come i libri precedenti della saga.
 http://www.jenniferarmentrout.com/oblivion/ Qui potete trovare tutte le notizie uscite per ora al riguardo.
Le cose più importanti sono, a parer mio:
- Le scene inedite. L'autrice ha rivelato di non aver semplicemente riscritto la saga ma di aver aggiunto scene mai viste prima, oltre ad alcune che ovviamente conosciamo e abbiamo amato.
- Ci sarà qaulcosa veramente degno di nota. Non sappiamo cosa ma ci renderà davvero felici, o almeno così dice Jennifer.

Io amo sempre di più questa donna!! E voi?

LUX SERIES
SHADOWS – Lux Series 0.5
OBSIDIAN – Lux Series 1
ONYX - Lux series 2
OPAL - Lux series 3 (lhttp://nonriescoasaziarmidi.blogspot.it/2014/09/opal-jennifer-armintrout.html qui la recensione)
ORIGIN - Lux series 4 (http://nonriescoasaziarmidi.blogspot.it/2015/03/origin-jennifer-armentrout.html qui la recensione)
OPPOSITION - Lux series 5 (Non ancora edito in Italia)

OBLIVION (POV Daemon) - Dicembre 2015 in Usa



domenica 22 marzo 2015

Pensavo di salvarti #14


Ethan

- C’è qualche problema, Liz?

Mi avvicino piano ai due e il cuore inizia a battermi forte quando vedo quella meravigliosa creatura. Ha il corpo slanciato, magro ma non troppo. I capelli neri che le sfiorano le spalle dolcemente e poi scendono giù fino alla vita. La pelle chiara e morbida, con due occhi azzurri e un nasino piccolo.

- Nessun problema.

- Non parlavo con te. Liz?

Il tipo si mette davanti a lei per impedirmi la visuale e io mi sporgo per guardarla mentre parlo.

- Lui.. se ne stava andando.

Il ragazzo guarda prima me e poi ancora la ragazza, dopo di che se ne va a passo spedito verso l’ala ovest del parco, dove di solito vado a farmi le canne con gli amici.

- Grazie.

- Odio i coglioni che mettono le mani addosso alle ragazze.

Alzo le spalle e fingo indifferenza, senza farle capire quanto mi faccia piacere che mi abbia ringraziato. Di solito quando fai qualcosa per qualcuno questo se ne va senza nemmeno darti il tempo di salutarlo.

- E’ mio cugino comunque, lui non…

- Non mi interessa.

Liz arrossisce e io la trovo ancora più irresistibile. Sembra più bambina con quel rosso che le tinge le guance, più viva e piccola. Quasi bisognasse proteggerla.

- Tu non dovresti essere a scuola? Le mie amiche hanno detto che..

- Hai chiesto alle tue amiche di me?- la interrompo con un sorriso malizioso – ma non dovevamo essere incompatibili io e te?

E quell’io e te mi piace molto più di quanto sia disposto ad ammettere.

Lei abbassa la testa mortificata e io rido piano, sotto i baffi senza farmi notare poi mi avvicino e le prendo una mano. Lei arrossisce ancor di più ma non sposta la mano. Lascia che io tracci dei cerchi sulla sua pelle. Dopo quelle che sembrano ore lascio ricadere la mano.

- Hai bisogno di un passaggio?

- Ehm.. si. Mi faresti un enorme favore.

Tiro fuori le chiavi della macchina e gliele porgo, lei mi guarda sospettosa e io rido apertamente questa volta.

- La mia macchina è quella laggiù grigio metallizzato, c’è solo quella in ogni caso parcheggiata lì. Entra e aspettami lì devo risolvere una questione con quella ragazza.

Le indico Juls che è ancora seduta sulla panchina, immobile ad aspettarmi.

- C’era anche l’altra sera. Siete fidanzati?

- No, siamo solo amici. È praticamente una sorella per me.

Liz annuisce, non troppo convinta e si avvia verso la macchina. Io non resisto e le guardo le gambe mentre cammina.

Dio, è così bella.

 

Juliet

Il cellulare vibra e lo tiro fuori dalla tasca.

 

Febbre ): Niente scuola.
Dove 6??

Aud

 

Al parco.
Passo da te.

Juls

 
Le invio la risposta e poi rimetto il cellulare in tasca. Butto la testa indietro e mi giro a guardare a destra e poi a sinistra. Non mi va di osservare la solita sceneggiata: Ethan che ci prova e lei che ci sta. Perché lei ci sta, lei ci sta sempre con uno come lui. Avrà una calamita che rende impossibile al genere femminile rifiutarlo o giù di li.

Sono anni che ci conosciamo e non ho ancora visto una sola ragazza mandarlo a quel paese e dirgli che lei non era assolutamente il suo tipo. Tranne ieri sera ma basta guardarli parlare adesso per capire che pure lei…

Ma Juliet non dovevi non guardarli?

Fissa l’albero, ecco brava.

A pugnalarti il cuore ci pensa già il tuo amico, non serve che lo fai pure da sola.

- Ehi.

Ero così presa dai miei pensieri che non l’ho nemmeno sentito avvicinare. e il modo in cui mi saluta quasi svogliato, quasi sappia già cosa voglio dirgli e non è contento mi fa arrabbiare.

Forse un destino esiste.

Esisteva quando è morto il suo migliore amico, Stefano.

Esisteva quando mio fratello e la sua fidanzata si sono rincontrati per sbaglio.

Esisteva quando Ethan si è alzato dalla panchina e se n’è andato a parlare con un’altra.

Magari era tutto già deciso e io non posso farci nulla, doveva andare così. Doveva finire così e stop.

- Che dovevi dirmi?- continua non avendo nessuna risposta da me.

Alzo gli occhi e incrocio i suoi, se è questo che vuoi…

- Sono stanca, ecco tutto.

Mi alzo e faccio per andarmene quando lui mi ferma con una mano.

- Che vuol dire sono stanca?

- Lasciami.

Strattono il braccio ma lui non mi molla.

- No, adesso mi spieghi. Non sono il tuo dannatissimo ragazzo al quale puoi dire è finita e tanti saluti, siamo amici. Non puoi prendere e andartene.

- Non posso?! Non posso?! Dimmi Ethan, da quando io e te usiamo due pesi e due misure? Da quando io non posso e tu invece puoi fare tutto quello che ti capita a tiro? Sono stanca di tutta questa situazione. Sono stanca di te che arrivi a casa mia di notte e dormi da me perché hai tuo fratello a casa e ti vergogni. Sono stanca di litigare con i miei per te. E sono stanca dei tuoi stupidi baci che non significano nulla!

Ethan resta fermo e non dice nulla. Si limita a lasciarmi il braccio e a guardarmi con occhi sbarrati. È la prima volta che litighiamo.

- Che c’è adesso non dici nulla?! Sai non mi aspettavo delle scuse ma forse le voglio. Già, voglio che tu ti scusi per essere questo schifo d’amico, perché fra me e te funziona così: io ci sono e tu combini casini.

Riprendo fiato e abbasso lo sguardo.

- Non voglio più vederti Eth, voglio che mi stai lontano.

Il mio cervello ci mette qualche secondo ad elaborare ciò che ho detto e nel petto mi si incrina qualcosa. Non si rompe il cuore come raccontano le favole. Ci si impianta un pezzo di ferro  che fa male ogni volta che ti muovi, che brucia in continuazione, che manda segnali per farti tenere bene in mente il passato. Quel passato che vorresti dimenticare con tutto il cuore.

Ma va bene così, doveva andare così. Il tempo aiuta dicono. Il tempo ricuce le ferite. Il tempo farà passare pure a me questa cotta.

E non so se mi faccia più paura il tempo o che passi tutto.

Guardo Ethan e gli leggo il dolore negli occhi. È giusto così, deve soffrire pure lui un po’. È giusto così, con me che corro dalla mia migliore pronta alle lacrime e lui che non dice una parola.

E lui che non mi ferma.

Corro e sento i polmoni scoppiare. Corro e non sono sicura che sia la strada giusta e le lacrime mi offuscano la vista ma continuo a correre.

Corro perché spero di non riuscire più a pensare. Corro perché mi hanno appena spezzato il cuore o forse ho fatto tutto da sola.

Busso come una pazza alla porta della mia amica che mi apre con gli occhi socchiusi, probabilmente perché era distesa a dormire o magari solo per l’influenza.

La abbraccio forte e lei mi stringe e dice le solite cavolate che si dicono sempre in queste occasioni. Andrà tutto bene, non è niente, vedrai che passa.

Quando finalmente mi sono calmata un po’ ci sediamo sul divano a guardare la tv. Niente pop corn e risate oggi. Niente di niente, solo gli occhi fissi sullo schermo.

- Juliet devo dirti una cosa- sussurra dopo circa mezz’ora la mia amica.

La guardo incapace di sorridere e aspetto.

- Mi sono innamorata.

E lei sorride e mi sento gelosa.

Lei si è innamorata.

Io invece sono appena morta, ed è solo l’inizio.

sabato 21 marzo 2015

Forse un giorno - Colleen Hoover



 Trama
Sydney Blake, un’aspirante musicista di vent’anni, ha una vita invidiabile: frequenta il college, ha un buon lavoro, è innamorata del suo meraviglioso ragazzo Hunter e convive con la sua migliore amica Tori. Ma tutto cambia quando scopre che Hunter la tradisce con Tori. Ora Sydney deve decidere che ne sarà della sua vita.
È attratta da Ridge Lawson, il suo misterioso vicino. Non può staccargli gli occhi di dosso e non può fare a meno di starsene ad ascoltarlo mentre suona la chitarra sul balcone della sua stanza. La sua musica le dà armonia e vibrazioni. E anche Ridge non può far finta di ignorare che c’è qualcosa in Sydney: a quanto pare, ha trovato la sua musa. Quando, finalmente, si incontrano, scoprono di avere bisogno l’uno dell’altra...

Dall’autrice bestseller del New York Times Colleen Hoover, un’appassionata storia di amicizia, tradimento e romanticismo, sulle note di una musica che ispira una giovane donna e la aiuta a raccogliere i pezzi della propria vita.

Commento personale 

Sydney e Ridge non hanno idea di quanto la loro vita stia per essere sconvolta. Entrambi con la loro quotidianità che apprezzano (ma forse non fino in fondo) non cambierebbero nulla della propria vita. La loro vita va bene, è sicura, tranquilla, quello che pensano di aver sempre voluto.
Sydney vive con la sua migliore amica e sta con un ragazzo da due anni, lo ama, quello che non immagina però è che la sua coinquilina se la faccia con il suo ragazzo non appena lei si gira.
Ridge vive nell’appartamento di fronte, suona la chitarra in balcone e sa che al di là della strada una ragazza, tutte le sere, lo ascolta suonare seduta in terrazza. Sa anche che il fidanzato della ragazza che lo ascolta ne bacia un’altra fuori casa e quando la musica li metterà in contatto non potrà far altro che dirle la verità.
Sydney si ritrova così la sera del suo compleanno a piangere in giardino con il cuore a pezzi, tutto il suo futuro distrutto, i suoi legami solidi a pezzi, senza lavoro e nel cuore la disperazione di dover dare ragione ai genitori che non volevano che lei studiasse musica.
Ridge ha bisogno di Sydney, ha il blocco dello scrittore e non riesce più a scrivere i testi delle sue canzoni ecco perché le propone di andare a vivere nel suo appartamento, dove vi sono anche il suo migliore amico e una stronza colossale con in realtà un cuore tenero, finché non potrà permettersi altro.
Legati dalla musica i due si avvicineranno fino a toccare le corde della propria anima e imparare a suonarle e fonderle insieme, ma Ridge non è un ragazzo come tutti gli altri e soprattutto nella sua vita c’è una donna che non è disposto a lasciare andare per nulla al mondo.
Entrambi combattono contro la reciproca attrazione ma quando si scrivono non possono fare a meno di essere sinceri l’uno con l’altrae su ciò che provano. Sydney non è pronta per una nuova relazione e Ridge ama la sua ragazza.
Una storia in punta di piedi, su come la vita ci metta davanti scelte difficile quando meno ce lo aspettiamo. Su quanto sia facile far crollare tutto quello che ci circonda. Su come sia impossibile resistere all’amore.
E su alcune diversità e difetti che rendono le persone migliori e che mai precludono la strada per realizzare un sogno. Perché se vuoi qualcosa devi solo andare a prenderla.



Una piccola nota negativa è come sempre la copertina, possibile che quelle originali siano sempre nettamente più belle? Cavolo, non cambiatele!

"Non ringraziarmi Sydney perchè ho miseramente fallito nel cercare di non innamorarmi di te"
"Ho fallito io per prima"

giovedì 19 marzo 2015

La mia fuga più dolce

Il 31 Marzo esce il secondo romanzo della serie My Favorite Mistake, non perdertelo!!
Dal 17 Marzo lo potevate già acquistare in versione ebook! Io attendo con ansia la versione cartacea di fine mese.

L'autrice Chelsea M. Cameron (Official Author Page) , dopo averci fatto sognare con il primo libro "Il mio sbaglio preferito", torna con una nuova storia d'amore che lascia i brividi (o almeno così mi dicono).

Jos Archer viveva in un mondo perfetto, fino alla notte in cui cambiò tutto. Ora, dopo nove mesi, ancora non è riuscita a rimettere insieme i pezzi della propria vita, e nemmeno il fatto di avere cambiato college, andando a vivere con la sorella maggiore Renee, è sufficiente a farla sentire di nuovo normale. Finché un giorno non incontra Dusty Sharp, il tipico bad boy che si è prefissato di farla uscire dal suo guscio. Jos deve stare attenta a quel sorriso presuntuoso e a quello sguardo assassino, o si ritroverà presto a provare cose che non è più sicura di meritare. Ma se da un lato Dusty la sprona ad aprirsi e a parlare del suo passato, dall'altro anche lui nasconde dei segreti. Segreti che riguardano proprio la notte in cui il mondo è crollato addosso Jos. La verità li unirà ancora di più o li separerà per sempre?
 
 


"Ti giuro, Jos, non volevo innamorarmi di te. Ho fatto di tutto per resistere, ma non è che avessi molta scelta. È impossibile non innamorarsi di te."

domenica 15 marzo 2015

Pensavo di salvarti #13


Juliet

Mia madre mi scuote e mi continua a ripetere che è ora di alzarsi. Avrò dormito un’ora mamma, non farmi questo.

La spingo via con le mani sussurrando “ancora cinque minuti”. Lo sappiamo sia io che lei che non sono mai solo cinque minuti ma mi lascia stare. Va in cucina a preparare la colazione e quando sento il profumo del caffè sono finalmente pronta ad alzarmi.

Faccio i primi passi con calma stropicciandomi gli occhi ma poi mi cade lo sguardo sull’orologio e inizio a correre verso la cucina. Afferro una brioche e la inghiotto senza degnare d’attenzione mia madre che ha messo le mani sui fianchi e mi guarda storta.

- Sc..scusa.

Boccheggio mangiando e lei alza gli occhi al cielo e mi versa il caffè.

Lo bevo bruciandomi la lingua e poi salgo in camera facendo due scalini per volta. Sono in ritardo. Perché sono sempre in ritardo?

Parlo sul serio. C’è una qualche legge fisica che mi fa sempre arrivare in ritardo?

Mi vesto senza pensare a cosa sto indossando e quando mi guardo allo specchio mi accorgo di essermi messa la maglietta rovescia. La giro subito e mi passo le mani fra i capelli per pettinarli un po’. Perfetto.

Afferro lo zaino nero che mi hanno regalato i miei per il mio decimo compleanno e ci rovescio dentro tutti i libri che dovrebbero servirmi per la giornata. Come al solito non si chiude e allora devo tirare fuori tutti i libri e infilarli dentro con ordine.

Corro giù per le scale e mi trovo davanti mio fratello in pigiama.

- Sei in ritardo o sbaglio?

Non c’è accusa nella sua voce, solo una semplice curiosità.

- Già.

- Vuoi un passaggio?

Sto per ringraziarlo e dirgli di si, quando scorgo dalla finestra un’auto parcheggiata sul nostro vialetto. Un’auto inconfondibile.

Mio fratello segue il mio sguardo e capisce.

- Andate a scuola vero?

- No, andiamo in un locale vietato ai minorenni ma non preoccuparti Ethan ha i documenti falsi.

Gli do un bacio sulla guancia e mi affretto verso l’uscita.

Sto aprendo la porta quando la voce di mio fratello mi fa fermare e fare un sorriso.

- Scherzavi vero?!

- Si, Eric. Non preoccuparti per me.

- Come se potessi non farlo sorellina.

Sorellina. Non sono una bambina Eric. Sapessi tutte le cavolate che faccio. Anzi, meglio che tu non lo sappia, probabilmente saresti deluso da me. O forse no, forse saresti disgustato.

Ethan è seduto in macchina con lo sguardo fisso fuori dal finestrino e lo so già senza il bisogno di guardarlo negli occhi che qualcosa non va’. Lo so già che oggi è una di quelle giornate in cui lui vuole stare solo e solo soltanto. Ma a me hanno insegnato che quando si soffre si sta meglio in due, non per buttarsi giù con l’altro e fargli vedere che non è l’unico a soffrire ma per tirarlo su di peso e fargli capire che la vita può sempre sorridere.

La mattina tutti si alzano perché la sera nessuno riesce ad addormentarsi soddisfatto totalmente di sé. La sera c’è sempre qualcosa che ci tiene svegli due minuti, un pensiero, una parola, una canzone e in un lampo sappiamo che domani dovremmo trovare del tempo per quella nuova idea.

Busso piano al finestrino prima di aprire la portiera e sedermi. Lui si volta sobbalzando e noto i suoi occhi arrossati.

È andato a trovare Stefano.

Solo lui riesce a farlo star così male e così bene allo stesso tempo. I suoi occhi tornano in vita quando è con il suo amico, arrossati e bagnati ma vivi.

Lo abbraccio di slancio, senza dargli il tempo di tirarsi indietro e lui appoggia dolcemente la sua fronte sulla mia spalla e si stringe a me prendendosi un po’ della mia forza.

Te la cedo anche tutta amore. Puoi prenderti tutto di me, promesso.

Ma oggi ho deciso che ti dirò tutto. Oggi sarò sincera. Non posso continuare a nascondere il cuore e i suoi battiti e andrà come deve andare.

Al destino non ci credo, credo nel momento, nell’attimo.

Come quando i professori a fine anno fanno le medie e dicono “deciderà il consiglio” e io vorrei rispondere loro che il consiglio non c’è mai in classe durante le sue lezioni. Vorrei ricordargli che qualche giorno prima mi aveva messo un bel più sul registro e che alla fine del primo quadrimestre aveva buttato via mezzo voto perché è il primo quadrimestre e allora si va verso il basso.

Ecco nella vita c’è il qui e adesso. E forse è ingiusto o forse è giusto. Non lo so e non lo voglio sapere, oggi non voglio sapere nulla. Oggi voglio solo domandare.

 - Dobbiamo parlare.

E lo sanno tutti che quando si è in due e vengono fuori quelle due parole si tratta dell’amore o del tradimento. È la fine o l’inizio.

Lo sono anche per noi. La fine o l’inizio. Sta a te decidere Ethan.

- Oggi no, non ce la faccio Juls.

- Ce la fai Ethan. Ho bisogno io di te per una volta.

Lui si gira dall’altra parte e sbuffa.

- Non credi di dovermi almeno due minuti del tuo tempo?

- Si – e lo ammette, non lo valuta.

- Andiamo da qualche parte dove possiamo stare soli.

Ethan non dice nulla, non fa una smorfia, infila la chiave e inizia a guidare. Guardo fuori dal finestrino e penso che sì, la mia città è bella. Piccola e chiusa. Stupida e irrazionale. Scontrosa e dolce.

Le colline, la montagna e il mare. C’è tutto qui, ed è una mezza bugia ma fa lo stesso.

C’è Ethan, c’è tutto qui. C’è la mia famiglia, mio fratello, spesso ma non sempre. Ecco, ora sono più sincera.

Parcheggia davanti al parco e penso che sia giusto in fondo che ci ritroviamo a parlare di noi proprio dove ci siamo conosciuti la prima volta.

Andrà come deve andare ma io ho paura e allora cammino veloce e poi mi siedo sulla prima panchina e lui mi chiede di camminare un altro po’ ma io non ce la faccio. Io devo dirglielo subito prima che mi dimentichi di me e pensi a far contento lui.

Ethan si siede vicino a me e io, dopo un respiro profondo, inizio a parlare.

- Ethan, io credo.. ecco, io…

Mi porto le ginocchia al petto e distolgo il suo sguardo, guardo davanti a me e rivedo noi da bambini sull’altalena. Rivedo lui che mi spingeva più forte e mi prometteva che se mai fossi caduta ci sarebbe stato.

Ci sarai anche questa volta?

- Io ti…

Ma le parole mi si bloccano in gola quando vedo Ethan girato verso una coppia non troppo distante da noi. Guardo bene in quella direzione e con sorpresa noto che la ragazza è la stessa con cui aveva parlato ieri sera, la mora mozzafiato.

Vedo il ragazzo che la strattona per un braccio e non riesco a sentire ciò che lei dice ma sono sicura che non sia nulla di carino.

Ethan si alza di slancio senza guardarmi, senza uno “scusa”. Non c’è nessun torno subito nei suoi gesti. E lo so che lui, da me, non tornerà più.

sabato 7 marzo 2015

Una piccola bugia - Tucker K.A.

Trama
"Fa' che io sia orgoglioso di te". Sono le ultime parole che il padre di Livie pronuncia di fronte alla figlia. Nei sette anni trascorsi dalla tragica morte dei genitori, Livie ha fatto del suo meglio per mantenere quella promessa e si è occupata della sorella con grande responsabilità. Ma con l'ingresso al college arrivano anche sfide inattese che metteranno alla prova la sua solidità e il suo cuore. Livie entra a Princeton con un piano preciso: prepararsi per la scuola di medicina e incontrare un bravo ragazzo. Ciò a cui non è invece preparata sono Reagan, amabile compagna di stanza alla quale non riesce a dire di no, e Ashton, l'arrogante e attraente capitano della squadra di canottaggio maschile. Ashton è anche uno dei migliori amici di Connor, un ragazzo che corrisponde perfettamente a quello che Livie ha in mente per sé. Perché allora continua a pensare ad Ashton? Quando Livie si deve confrontare con voti mediocri, aspirazioni di carriera che sembrano andare in fumo, e l'incapacità di gestire i sentimenti per Ashton, che non vorrebbe provare, è costretta a rinunciare alla promessa fatta al padre. E all'unica Livie che lei conosca...

Commento personale
Non a tutti è permesso scegliere il proprio destino. Ne sono un esempio Livie e Ashton. Entrambi bloccati da qualcosa più grande di loro. Peccato che, mentre Ashton combatte una battaglia per poter finalmente riavere la sua libertà, Livie non si renda nemmeno conto di essere schiava di una passato doloroso.
Dopo il successo di "Dieci piccoli respiri", il seguito parla della sorellina di Kacey, ormai non più così piccola che è entrata a Princeton e sta seguendo un corso propedeutico a medicina. Livie, infatti, ha deciso che da grande vuole fare il medico.
La prima sera al college sua sorella e il suo folle psichiatra, col quale ha iniziato un percorso dietro invito della sorella, le dicono che deve divertirsi. Per Livie è una novità, non che non ami ridere e stare con la gente ma tende a fare tutto dannatamente... bene. Livie sembra perfetta, ma Kacey è convinta che sia solo il suo modo di rispondere alla morte dei loro genitori, così la trascina ad una festa e si ubriacano. Vuole che sua sorella faccia qualcosa di pazzo. La situazione, però, sfugge di mano, tanto che Livie si ritrova nella sua stanza con un ragazzo nudo, Ashton il playboy dell'università. Ashton, enigmatico e tanto bello da farle perdere la testa, la confonde. La tratta come se nulla fosse accaduto fra loro e un secondo dopo le die che lei "è la sua donna per sempre".
Livie cerca in tutti i modi di stare lontana da Ashton perché sa bene che non è il ragazzo giusto, quello perfetto e gentile che i suoi genitori avrebbero voluto per lei, e nel frattempo inizia a frequentare Connor, il ragazzo dolce che ti presenta ai genitori, che altro non è che il migliore amico di Ashton.


Livie arriverà al punto di far saltare in aria tutto quello che è e che pensava di voler essere. Distrutta da una storia con Ashton che non porta da nessuna parte e dal suo migliore amico a cui ha spezzato il cuore, dai voti che non sono più perfetti come quando era piccola e da una sensazione di gelo che la attanaglia ogni volta che entra in ospedale per stare con i bambini malati, correrà a casa cercando di far luce su quello che davvero vuole essere nella vita.
Ma Ashton, che dice di amarla, perché non si lascia andare?
Un romanzo che fa riflettere sulle seconde possibilità e sulla forza guaritrice dell'amore. Su quanto si può essere simili senza saperlo, su quanto è facile confondere la realtà.

«Perché tu non sei la ragazza di una notte. Tu sei la mia ragazza per sempre.»