Nel 1847 Charlotte Bronte scrive "Jane Eyre". Deve farlo sotto falso nome, fingendosi un uomo: Currell Berr. E già da questo potete darvi un paio di risposte sulla situazione della donna in quei tempi.
Eppure Jane è una forza della natura, un po' la donna che vorrei essere un giorno. Passionale, intelligente, indipendente. Si può quasi parlare di emancipazione femminile ciò che si può leggere fra le pagine di Charlotte (fatemela chiamare così, come se fossimo vecchie amiche). Jane se ne va quando è il momento di andarsene e torna quando è il momento di tornare, fregandosene delle comuni usanze, dimostrando di potersi realizzare come Donna senza bisogno di nessuno. Dimostrando(ci) che non serve un uomo per salvarsi.
Oggi sono andata in libreria. Mi faccio sempre fregare dalle copertine - pure con le persone - e allora ho iniziato da qualche anno un gioco tutto mio. Chiudere gli occhi, afferrare un libro a caso e leggere la trama. E via così per ore, quando si può.
Comunque, ho iniziato a leggere trame su trame in cui lei è triste e sola, arriva lui e lei diventa felice. Lei non sa chi è, ma solo grazie a lui arriva a scoprirlo, quasi fosse necessario per una donna avere qualcuno che gli indica la via, un uomo che le fa scoprire se stessa perchè incapace di indipendenza e serio pensiero critico. Quasi tutte noi non fossimo capaci di tirarci su da sole e imparare ad apprezzarci per ciò che siamo, non in base a ciò che gli uomini pensano di noi ma di ciò che amiamo di noi.
Allora mi sono fermata un secondo a riflettere, perchè davvero mi sento offesa dalla visione della donna così. E mi sono chiesta se davvero siamo viste/ci vediamo noi donne in questo modo.
E mi sono chiesta se la colpa non sia di questi enormi stereotipi che vediamo in giro. Delle modelle mezze nude in ogni fotogramma, in ogni pubblicità - che parli di yogurt o di una macchina, di tutta quest'ottica profondamente consumistica anche legata alla figura femminile.
La cosa veramente triste è che mi sono risposta di si ad entrambe le domande. Si, la maggior parte delle donne si ama solo se c'è un uomo che la ami. E si, la colpa - in parte - è di una visione sbagliata del corpo umano, troppe volte disprezzato perchè non simile a modelli proposti.
Sarei ipocrita a fingere che anche io, spesso, non sia toccata dalle immagini che passano ovunque di donne magre, belle e desiderabili ma ho anche imparato (ringrazio quelli che mi prendevano in giro a scuola!) che c'è così tanto in una persona. Qualcosa di invisibile anche a noi stesse.
Pensate ad esempio alla fossetta che vi si forma quando sorridete o al modo in cui tamburellare le dita mentre siete ansiose, al modo di spostarsi i capelli di lato, al neo vicino il seno, al modo in cui inciampate e ne ridete. E a mille altre cose ancora che sono sensazionali. Indescrivibili.
Pensate all'ironia,sottile e arguta, alla positività, al coraggio, alla costanza, all'intelligenza, alla sincerità, alla lealtà.
Pensate ai doni che vi sono stati dati, tutti diversi. C'è canta e diventa bella da morire, chi balla e si trasforma completamente, chi buttata fra i bambini non è più timida e splende.
Jane è la Donna che vorrei essere, perchè non ha bisogno di nessuno per trovare se stessa e sentirsi realizzata.
Però torna, per essere felice e amare.
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