Juliet
I battiti del cuore potrebbero farmi scoprire da quanto
fanno rumore. È sempre così quando esco di nascosto. Ho paura. Paura che i miei
se ne accorgano e mi dicano che li ho delusi ancora.
Eppure lo faccio. Eppure mi metto un vestito, le ballerine e
copro il tutto con la maglia del pigiama. Mi metto sotto le coperte, rallento
il respiro, chiudo gli occhi e aspetto. Aspetto che arrivi mia madre a
rimboccarmi le coperte. Aspetto di sentire i suoi passi allontanarsi e la porta
della sua camera chiudersi, per poi sgattaiolare fuori senza fare rumore,
veloce e invisibile nella notte.
E questa notte la luna sembra più luminosa, più tondeggiante
e vicina. Questa notte sarà diversa dalle altre.
Mi avvicino piano alla macchina di Ethan e lo vedo poco più
in la a fumare. Senza dire nulla mi apre la portiera e mi fa sedere, poi gira
intorno alla macchina e fa lo stesso, mettendosi al volante con la sigaretta
ancora in bocca.
Mi guarda le gambe scoperte. Me le guarda per davvero,
lentamente e famelico ma io ci metto le mani sopra quasi a voler interrompere
la sua pregustazione.
Siamo solo amici.
- Ti sta bene il vestito.
Complimenti di circostanza che però quando escono dalle sue
labbra sembrano più veri.
Si gira a guardare la strada e si immette nel traffico.
Ha il finestrino aperto, al quale si appoggia con un gomito
per poter fumare senza lasciare tracce troppo forti dell’odore all’interno.
- Posso?
Gli indico la sigaretta e lui mi guarda scocciato. Odia
quando fumo. Dice che è una cosa stupida e che non serve a nulla.
- E allora perché tu lo fai Eth?
- Perché mi rilassa.
La risposta evasiva è sempre stata il suo forte.
- Solo un tiro?
Senza dire nulla prende la sigaretta fra le dita e
l’avvicina alle mie labbra, faccio per prenderla quando lui la scansa e mi guarda
storto.
- Se te la do in mano non fai solo un tiro. O così o niente.
Mi piacerebbe ricordargli che non è mio padre, che non può
dirmi cosa devo o non devo fare e soprattutto non deve trattarmi da bambina ma
a cosa servirebbe?
Si metterebbe a ridere e riprenderebbe a fumare,
fregandosene dei miei commenti.
Notando la mia resa riavvicina la sigaretta e io ci appoggio
le labbra aspirando e poi soffio fuori tutto.
Non ho mai capito come facciano certe persone a dargli
forma, a quel fumo. Mi sembra così libero. Libero come io non sarò mai.
Quando chiedono perché fai certe bravate con gli amici tutti
rispondono per essere grandi e fighi. Io non l’ho mai fatto per questo. L’ho
fatto per sentirmi libera dal mio corpo da bambina. L’ho fatto per liberarmi
dall’amore. Peccato che non sia servito.
Sono ancora qui, con lui e con me.
- Eth, che hai?
- Niente.
- Non è vero, Eth. Che ti succede stasera? Sei lì seduto
mogio mogio da quando siamo arrivati!
- Non ho niente, Cristo. Lasciami in pace.
Mi alzo, infastidita dal suo tono e mi dirigo verso il bar.
Ordino una vodka liscia e naturalmente nessuno mi chiede i documenti.
Ogni tanto vorrei che qualcuno si accorgesse di me e dei
miei quindici anni.
Ehilà mondo, mi vedi? Sono qui, piccola e indifesa. Sono
qui, a bere e fumare con un gruppo decisamente fuori dagli schemi.
Nessuno viene a salvarmi?
Nessun principe azzurro con un destriero bianco arriverà
mai, vero?
Sospiro, sconsolata e butto giù tutta la vodka in un colpo
solo. Dall’abitudine ha perfino smesso di farmi male la testa.
- Ehi, vacci piano con quella.
Eddie si avvicina a me e mi da un bacio sulla guancia.
Sbircio Ethan senza farmi notare e lo vedo irrigidirsi.
Sorrido al bel ragazzo che ho di fronte sfoderando la mia
arma migliore.
- Lascia stare, sto alla grande. Tu invece? Non dovevi non
venire stasera?
- Immagino che tu sia uscita con il consenso dei tuoi vero?
Alzo le spalle un po’ per fare la dura un po’ perché non
voglio che si impicci degli affari miei.
- Qualche novità?
- Che genere di novità?
- Non saprei, il tuo amico non si è chiuso in bagno ancora
con nessuna?
Mi guarda sorridendo e capendo di aver colto nel segno per
infastidirmi e farmi arrabbiare il sorriso si allarga di più fino a diventare
risata.
- Effettivamente non è in forma, ma scommetto dieci euro che
se glielo chiedessi tu non si farebbe troppi problemi a trovare un posto per
voi, non so se mi spiego…
- Ti spieghi benissimo Eddie, fidati.
Eddie impallidisce quando sente la voce di Ethan arrivare da
dietro. Beccato.
- Chiariamo una cosa: non ti voglio vedere vicino a lei. Mi
sono spiegato?!
- Non è mica la tua ragazza e non stavamo facendo nulla.
- Lei non devi nemmeno guardarla Eddie. Non è come voi.
- Come se non fossi un cretino drogato anche tu! Eth qua sei
uno di quelli messi peggio, cazzo. Ancora non l’hai capito?
Ethan è arrabbiato, così arrabbiato che penso che potrebbe
perfino colpire il suo amico davanti a tutta questa gente.
- Hai ragione, ma se le dai fastidio ti spacco il culo
Eddie.
Eddie annuisce e anche se lui sembra non essere minimamente
spaventato so che in fondo un po’ di paura ce l’ha.
Ethan, nelle risse, ha sempre vinto.
Mi prende sottobraccio e io appoggio il viso sul suo petto,
felice.
Sono sempre felice quando lui mi stringe, anzi no. Dire che
sono felice è riduttivo, sono in estasi.
Torniamo a sederci al tavolo sulle nostre poltroncine e
Ethan mi stringe ancora di più al suo fianco ma improvvisamente scosta il collo
e gira la testa di lato.
Una ragazza mora e bellissima sta passando davanti a noi
proprio in quel momento.
Dio, Eth, finirai per uccidermi.