Juliet
-Juliet che cosa
ci fai qui?
Mio fratello
accende la luce della cucina e mi vede seduta a terra in lacrime. Se potessi
guardarmi alo specchio ora potrei spaventarmi.
I capelli tutti
in disordine, le lacrime che hanno portato la matita in giro per tutto il viso,
i pantaloncini e la maglietta bagnati. Sono rannicchiata a terra e non riesco
più ad alzarmi.
Mio fratello,
Eric, si avvicina e mi scuote per le spalle. Non vedendo nessuna mia reazione
si siede a terra con me e mi abbraccia.
- Hai fatto tu
tutto quel baccano scricciolo?
Sorrido al suo
buffo appellativo. Quando ero piccola odiavo che mi chiamasse così, ora invece
mi piace da morire. Mi fa tornare a giornate calde d’estate. A quando giocavamo
insieme prima che lui si arruolasse nell’esercito e passasse anni interi
lontano da casa. Avevo paura che cambiasse facendo ciò che fa, che si
dimenticasse di me e invece ogni volta che può viene a trovarmi. È il fratello
migliore del mondo, uno di quelli che sono premurosi e allo stesso tempo
protettivi. Uno di quelli che ti tirano fuori dai casini senza fare la spia ma
sgridandoti alla grande prima di soffocarti con un abbraccio.
- Si, scusami.
Mi stringo forte
a lui e chiudo gli occhi, cercando di fermare le lacrime.
- Eric, tu come
fai ad essere sicuro d’amare Jennifer?
Jennifer è la
sua ragazza da più di tre anni e nonostante la distanza la loro è una storia da
film. Si sono conosciuti fra i banchi di scuola e so che lei aveva una cotta
per mio fratello ma lui non la degnava di un’occhiata e poi un giorno, dopo la
maturità, si sono ritrovati ad una festa e mio fratello non riusciva a
staccarle gli occhi di dosso. Lui dice che è stato un’idiota a sprecare tutti
quegli anni ma che forse è stato meglio così. Secondo lui, le persone si incontrano
quando è il momento giusto. Arriverà mai un nostro momento Ethan?
- Che vuol dire
come fai a sapere di amarla?- Eric mi guarda bonario e sorride – Juliet, te le
senti dentro certe cose.
- Ma come fai ad
esserne sicuro? Come puoi essere certo che l’amerai anche domani o è solo una
cosa passeggera?
- L’amore è
passeggero, Juls. L’amore può finire così come è iniziato ma non possiamo
permetterci di pensare al domani. Bisogna ascoltare il cuore. Ed è una frase
fatta e rifatta ma è vera. L’amore te lo senti dentro, senza alcuna ragione.
Quando ti innamori non stai nemmeno a chiederti se è amore o meno. Lo sai.
- Credo di
essere innamorata di Ethan.
Lo sussurro
piano a lui che è la mia roccia, la mia forza, la mia metà. Lo sussurro piano a
me stessa per paura che crollino le pareti.
- E’ una persona
che ne ha passate tante, lo sai meglio di me. Prima il padre, poi Stefano. Ma
Juls, se lo ami, se lo ami davvero glielo devi dire. Non è giusto per nessuno
dei due fingere che non ci sia niente fra voi. Vi volete bene, è evidente a
tutti, basta vedervi insieme, ma se i tuoi sentimenti sono cambiati dovete
parlare.
- C’ho provato.-
tentenno, indecisa se dire tutta la verità o tenermi dentro parte della storia
– Ero con lui un minuto fa. Lui con me, non vuole parlare.
- E tu
sorprendilo. Fagli capire che lo ami senza dover parlare.
Scuoto la testa
decisa.
- E se lo
perdessi?
- Certe persone
non si perdono mai, Juliet. Mai.
Mi accarezza
piano il braccio e sussulto. Eric allora, allarmato, mi guarda il braccio e vede
il sangue.
- Ti ha messo le
mani addosso?!- esclama furioso.
Gli faccio cenno
di abbassare la voce, non voglio svegliare mamma e papà.
- Ma ti pare?!
Credi che ne sarebbe capace?
Mi guarda negli
occhi e leggo la risposta da me. Crede che potrebbe farmi del male.
- Vieni, andiamo
a disinfettare questo taglio.
Mi prende per
mano e prima che possa dire qualcosa mi aiuta ad alzarmi e mi trascina in
bagno.
Mentre mi passa
dolcemente un batuffolo di cotone sulla ferita non riesco a cancellarmi dalla
mente l’immagine di Ethan in lacrime mentre mi racconta che Ste è morto.
-E ora cos’hai intenzione di fare?
-Continuerò a cercarlo.
-Eth lui è..
-Impossibile, gli angeli non muoiono.
Gli angeli non
muoiono, avevi ragione Ethan, finchè continui a volergli bene, Stefano vivrà
con te.
Il bruciore del
braccio mi riscuote dai miei pensieri e vedo mio fratello mettermi un cerotto,
tutto concentrato.
Rido mentre noto
che è completamente impacciato.
Certe persone
non puoi perderle.
Certe persone te
le porti dentro, anche contro la tua volontà. Sei una di quelle Ethan.
Ha ragione Eric:
basta giocare, siamo cresciuti ed è arrivato il momento di parlare di noi.
Mi butto sul
divano mentre mio fratello armeggia in cucina per preparasi del latte. Ho
ancora un paio d’ore per poter dormire ma ho la testa e il cuore in subbuglio e
dubito che ci riuscirei. Faccio fatica a dormire ultimamente. Fra lo studio e
le uscite con Ethan non mi resta il tempo per molto. Ho imparato a sentirmi
riposata con quattro ore di sonno, assurdo vero?
Mio fratello,
dice che a volte, quando fanno addestramento non dorme anche per due giorni di
fila. Penso che io non sarei mai capace di farlo e non solo perché sono una
donna. Lui è sempre stata una persona decisa, ha deciso che salverà il mondo e
così sta facendo. Forse salvare il mondo è una parola grossa, soprattutto detta
da una che non crede che la guerra possa portare a qualcosa ma lui, con il suo
lavoro salva tanti innocenti. Io non riesco nemmeno a salvare il sorriso del
mio migliore amico.
Sospiro e mi
rigiro fra le coperte.
Devo dormire. Devo almeno provarci. Chiudo gli
occhi ma niente da fare, il sonno non arriva. Allora inizio a contare, ma
nemmeno le pecore arriveranno a salvarmi questa sera, beh mattina ormai.
Mio fratello si
siede sul divano con la tazza e mi guarda dolcemente.
- Non riesci a
dormire tornado?
- No. Per
niente.
Resta in
silenzio, forse spera che finalmente chiuda gli occhi e dorma ora che c’è lui.
Dopotutto quando eravamo bambini funzionava così. Quando avevo gli incubi
correvo in camera sua e lo svegliavo. Mi ricordo che mi portavo via anche i
miei peluche perché avevo paura che qualcuno rapisse uno di loro. Arrivavo in
camera di Eric tutta agitata e lui si limitava a farmi spazio accanto a sé e a
guardarmi finchè non mi fossi addormentata.
Non si è
lamentato mai, mai una volta mi ha cacciata dicendo di crescere. Mai una volta
mi ha riso in faccia dicendomi che i mostri non esistono. Si spostava di lato e
mi aiutava a coprirmi e tutto andava bene.
Lo guardo
attentamente e noto quanto sia cresciuto. I capelli biondi sono più lunghi del
solito e gli cadono dolcemente da tutte le parti. La bocca e il naso piccoli ma
perfettamente in proporzione con il suo viso. Le cicatrici vicino il mento,
sulla destra, che invece di sfigurarlo lo rendono terribilmente sexy. Mio
fratello doveva diventare un modello, non un soldato. Ma sono gli occhi che mi
preoccupano maggiormente. Gli occhi marroni, no marrone è troppo banale. Ha gli
occhi che sembrano due fuochi. E una volta non erano così. Una volta non aveva
visto tutto ciò che gli passa davanti tutti i giorni, una volta riusciva a
seguire un telegiornale senza emettere sospiri ansiosi pensando ai suoi amici
in giro per il mondo.
- Sai cosa
faccio per riuscire ad addormentarmi quando sono preoccupato?
La sua voce mi
fa sussultare, ero così persa nei miei pensieri che mi ritrovo scombussolata a
sentirlo parlare.
- Cosa fai?
Corri in camera di tuo fratello con tutti i peluche?
Sorride a quei
bei ricordi e scuote la testa, felice.
- Penso a te.
- A me?
- Si, a te e a
volte a Jennifer. Ma pensare a lei lontana mi fa stare anche tanto male perché
è da sola, tu invece so che sei sempre con i tuoi amici e non sei triste.
Una fitta acuta
di gelosia mi tocca il cuore ma la scaccio, mio fratello non si merita la mia
gelosia. Non sarebbe giusto dopo ciò che ha sempre fatto per me.
- Perché pensare
a me ti fa addormentare? Non pensavo di essere così noiosa, cavolo Eric avresti
dovuto dirmelo.
Eric ride piano,
muovendo appena le labbra e chiude un po’ gli occhi per non rischiare di ridere
troppo forte e svegliare mamma e papà.
- Non sei noiosa
sciocca, solo…- muove la testa verso destra e poi verso sinistra, cercando le
parole- mi fa sentire a casa pensare a te, e se sono a casa posso dormire
tranquillo non trovi?
- si, hai
ragione.
Sorrido della
sua buffa logica e mi metto a pancia in giù, pensando intensamente a lui ma non
succede nulla. Non riesco ancora a dormire.
Eric si alza,
attento a non rovesciare il tè e poi mentre credo che stia per tornarsene in
camera senza nemmeno salutarmi si gira verso di me e mi manda un bacio. Un
attimo dopo le sue parole mi colpiscono come una fucilata.
- Ognuno ha la
sua casa, Juls. Non puoi rinchiudere il cuore.
Cosa stai
cercando di dirmi Eric?
Chiudo gli occhi
e penso a Ethan, al suo sorriso, alle sue strane abitudini, ai suoi abbracci e
senza accorgermene sto sognando.